di Gaetano Consalvo*
Preziosa Memoria di una grande battaglia in Sicilia.
Il 20 giugno ricorre il trecentesimo anniversario della battaglia di Francavilla che vide gli eserciti spagnoli ed austriaci contendersi la Sicilia in una delle più sanguinose battaglie dell’era moderna.
Un vero massacro: quindicimila i morti rimasti sul campo nei due schieramenti. Questo evento segnerà il lento declino dell’indiscussa supremazia della potenza spagnola. La Sicilia, da sempre fulcro strategico nel controllo del Mediterraneo, veniva contesa dalla Spagna e dalla quadruplice alleanza (Inghilterra, Francia, Austria e Paesi Bassi) che si era costituita il 2 maggio 1718 per contrastarne l’enorme strapotere.
Dopo la pesante sconfitta al largo di Capo Passero della flotta spagnola ad opera degli inglesi nel 1718, gli austriaci sbarcano il 28 maggio 1719 nel golfo di Patti al seguito del generale Mercy avanzando inizialmente verso Milazzo, ripiegando inaspettatamente verso l’interno: attraverso le montagne si portavano nei pressi del villaggio di Francavilla dove intorno alle ore 17 del 20 giugno nella piana attorno al convento dei Cappuccini, presidiato dagli spagnoli del generale De Lede, viene sferrato il sanguinoso attacco.
Gli spagnoli reggono il colpo ma il numero dei morti è veramente enorme da entrambe le parti. Il generale Mercy viene colpito da una pallottola che lo costringe a cedere il comando al generale Zum-Jungen che, ferito gravemente, viene portato nella vicina cittadina di Motta Camastra, dove morirà il 26 giugno.
Gli austriaci seppur sconfitti riescono a ripiegare verso la baia di Naxos, dove li aspetta il supporto della flotta inglese, per poi puntare alla volta di Messina. L’epilogo della vicenda vedrà un nuovo periodo di dominanza austriaca in Sicilia (1719-1734).
L’Istituto per la Cultura Siciliana, e specificatamente la sede di Motta Camastra, si è adoperata molto nell’approfondimento e nella ricerca del materiale documentale riguardante la Battaglia di Francavilla. Dopo aver reperito testi rari e cimeli storici sull’argomento, ci siamo messi sulle tracce di uno dei più importanti documenti della guerra Austro-Ispanica combattuta sulla nostra terra: la tomba del generale Zum-Jungen si trova a Motta Camastra. Consultando vari testi di storici locali ne riscontrammo incerte e vaghe notizie sull’esatta ubicazione. Le testimonianze locali ci fecero vagare nelle ricerche, spesso infruttuose, tra la chiesa dell’Annunziata e quella dell’antico Convento del cimitero. La pista giusta, seguendo quanto narrato nel libro di Salvatore Maugeri su Motta Camastra: l’autore riferiva che ”Il conte di Wolkenstein era rimasto sepolto fino agli Anni Sessanta nella Chiesa Madre di Motta Camastra“. Continuando su questa preziosa traccia e quasi quando tutte le altre improbabili ricerche si erano rivelate vane, inaspettatamente avviene il prezioso ritrovamento: dietro un piccolo altare, poggiata a muro dal rovescio giaceva una pesante lastra di marmo rosa di Taormina. Era proprio quella che indicava dove si fosse trovata la tomba. Portata fuori a fatica, la lapide veniva attentamente esaminata e fotografata. Successivamente ne riscontravamo la trascrizione in un raro e prezioso testo del sacerdote Don Giuseppe Tatì di Motta Camastra, che ne confermava l’autenticità. Proseguendo nella lettura del testo si apprendeva che il Generale austriaco venne ferito gravemente nelle vicinanze delle prime case della cittadina di Motta Camastra, mentre dirigeva le operazioni belliche sulla vallata del fiume Zangali. Il generale morì dopo aver ricevuto le cure ed i conforti religiosi del parroco locale, Don Giuseppe Sardo, che, nella situazione alquanto delicata seppe mediare abilmente, mantenendosi al di sopra delle parti in guerra.
Il corpo del generale Zum-Jungen, ricomposto e vestito delle insegne militari, venne seppellito con tutti gli onori nella Chiesa Madre del paese.
La tomba, inizialmente, venne collocata alla base della tromba del campanile, successivamente, in seguito a lavori nella chiesa, venne spostata sotto l’arcata dell’altare di S. Biagio, dove è stata scoperta durante i lavori del 1969.
La posizione strategica di Motta Camastra ebbe un ruolo chiave sia nella prima fase dell’occupazione spagnola, successivamente con gli austriaci dopo la battaglia di Francavilla.
Le formazioni austriache al comando del generale Mar. Ten. Barone di Sekenorf, accampatesi a Motta, si estendevano in maniera tale da consentire sia lo spostamento delle truppe che lo sbarco delle provvigioni necessarie dai vascelli inglesi alleati nel golfo di Naxos. Altre formazioni accampate sulla Montagna grande puntavano su Castelmola e Taormina che capitolava sotto il tiro dell’artiglieria inglese il 23 agosto 1719 .
- dr Gaetano Consalvo (Direttore Sede di Motta Camastra dell’Istituto per la Cultura Siciliana)
Tutto bene per quanto riguarda la ricostruzione delle vecende storiche generali ed i riferimenti.
Ritengo ingiustificato e gratito il rifeimento a FRANCAVILLA come “villaggio”, cosa che non ha riscontro in alcuna delle fonti storiche di mio riferimento, essendo il centro, allora di quasi 5 mila abitanti, definita città demaniale e poi..”libera” da imposte (FRANCA-).-
Mi interesserebbe in ogni caso che verificasse la fonte cui Lei ha attinto, dandomene riscontro.
Grazie.
F. Camardi
Grazie per la sua osservazione. La citazione è stata riportata da Wikipedia alla voce “battaglia di Francavilla”. Mentre il De Colpi nel diario di guerra della giornata del 23 definisce curiosamente “città” Motta Camastra
E ancora il De Colpi nella giornata del 22 “dopo il mezzogiorno fu comandato il colonnello Barone Petendorf con un distaccamento di seicento uomini a prendere la PICCOLA CITTÀ DI MOTTA CAMASTRA”